STORIA DELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA
La Repubblica Centrafricana è un paese dalla storia travagliata. Già zona di caccia per gli schiavisti arabi ed europei, nel 1884 il Centrafrica diventa colonia francese. Dopo l’indipendenza nel 1960, il potere fu assunto dal generale Bedel Bokassa, che il 31 dicembre 1965, spodestò con un golpe il presidente Dacko. Autoritario e accusato di crimini quali l’antropofagia, Bokassa si autoproclama imperatore nel 1977, mentre il paese vive una situazione drammatica, con una vita media di appena 40 anni e il 70% della popolazione analfabeta.
Il 20 settembre 1979 un colpo di stato appoggiato dalla Francia riporta al potere Dacko, che ristabilisce la repubblica. Il 1° settembre 1981, Dacko è di nuovo spodestato da un golpe guidato dal capo di stato maggiore dell’esercito, il generale André Kolingba., che sospende la costituzione e instaura una dittatura militare. Il 4 marzo 1982, ennesimo tentativo di golpe ispirato dai protagonisti di questi ultimi anni. Andre Bozizé e Ange-Félix Patassé, allora alleati.
L’effimera stagione della “democratizzazione dell’Africa” avviata nei primi anni ’90 del secolo scorso, coinvolge anche il Centrafrica. Nel 1991 viene ristabilito il multipartitismo e nel 1993 Patassé è eletto presidente con libere elezioni. La situazione però rimane instabile, infatti tra il 1996 e il 1997 si susseguono ammutinamenti militari, motivati in gran parte per i ritardi nei pagamenti dello stipendio, repressi con l’aiuto delle truppe francesi. La Francia, infatti, per anni ha mantenuto una forte presenza militare in Centrafrica, soprannominata infatti “la portaerei francese in Africa”, per via della sua posizione strategica.
Dopo la rielezione di Patassé (19 settembre 1999), il paese si avvia in una spirale sempre più violenta, complice la pesante situazione economica (il reddito medio annuo è di appena 300 dollari). Il 28 maggio 2001 un gruppo armato assalta la residenza di Patassé, ma è respinto dagli uomini del presidente e dalle truppe libiche di stanza nella capitale centrafricana. L’ex presidente Kolingba è accusato di essere l’organizzatore del fallito golpe, che ha provocato 59 morti. Alcuni alti responsabili della difesa sono costretti alle dimissioni perché accusati di essere collusi con i golpisti. Tra questi vi è il capo di Stato maggiore François Bozizé che su rifugia in Ciad. Questo paese è accusato da Bangui di sostenere le truppe fedeli a Bozizé, che il 25 ottobre 2002 cercano di impadronirsi della capitale, venendo fermate dalle truppe libiche.
Alla fine dell’anno, però Tripoli si ritira dal Paese con la motivazione che il dispiegamento di una forza di pace africana rende inutile la loro presenza. I guerriglieri del Movimento di Liberazione del Congo (MLC) di Jean-Pierre Bemba diventano allora la punta di lancia delle forze di Patassé. Il coinvolgimento di Bemba è motivato oltre che da interessi diamantiferi, anche dal suo rapporto con la Libia, che può continuare ad agire in Centrafrica per interposta persona.
IL TERRITORIO DELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA
Esteso per 622.984 km2, il Centrafrica confina con il Ciad al nord, il Sudan all’est, la Repubblica Democratica del Congo e il Congo-Brazzaville a sud, e il Camerun a ovest.
Popolazione: 1. 3 milioni e 700mila abitanti. 2. Le principali etnie sono: Banda (29%), Baja (25%), Ngbandi (11%), Azande (10%).
Religione: 1. Protestanti 26% 2. Animisti 24% 3. Cattolici 17% 4. Musulmani 15%
La presenza della Chiesa cattolica (dati annuario statistico della Chiesa cattolica 2000):
Cattolici: 718mila; Diocesi: 8; Parrocchie: 122; Vescovi :11; Sacerdoti: 134; Religiosi sacerdoti: 134; Religiosi non sacerdoti: 64; Religiose: 380; Missionari laici: 51; Catechisti: 4.769.
La prima missione cattolica è stata fondata nell’Ubanghi-Chari dai Padri Spiritani nel 1894, inviati dal Prefetto Apostolico di Brazzaville. Tra i principali istituti missionari che operano in Centrafrica figurano: Spiritani, Salesiani, Cappuccini, Comboniani e Comboniane , Carmelitani e Carmelitane. Vi sono inoltre diversi istituti religiosi diocesani.
NEWS E AGGIORNAMENTI DALLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA
In Repubblica Centrafricana colpi di stato e ammutinamenti militari hanno avuto inizio già a partire dal 1996 e la situazione da allora non è migliorata di molto.
Nel suo nuovo rapporto sullo stato della situazione politica ed umanitaria nel paese della Rep. Centrafricana, HRW dichiara che le truppe di governo ed in particolare, le guardie dell’elite presidenziale, hanno effettuato centinaia di uccisioni illegali e bruciato migliaia di case di civili a partire dalla prima metà dell’anno 2005 nel corso della loro campagna insurrezionale nella zona Nord della Repubblica Centrafricana.
Il nuovo rapporto si basa su tre settimane di ricerca in loco e documenta gli abusi dei diritti dell’uomo e i crimini di guerra commessi nella zona Nord della Rep. Centrafricana sia da parte dei gruppi ribelli che delle forze di governo ed anche attacchi dei gruppi di banditi nel nord-ovest conosciuti come gli “zaraguinas”, che rapiscono spesso i bambini per richiederne il riscatto.
Appena attraversato il confine con il Darfur, l’esercito della Repubblica Centrafricana ha ucciso centinaia di civili innocenti ed obbligato decine di migliaia di persone a lasciare i loro villaggi (Peter Takirambudde, direttore Settore Africa di HRW). Dalle ultime elezioni svoltesi nel maggio 2005 se la situazione nella capitale Bangui si è placata, rimane però seriamente compromessa nelle province e soprattutto lungo i confini del Paese. Un importante presenza di banditi e gruppi ribelli si registra nella regione nord-ovest del paese, oltre la zona Bouar, Bozoun, Bossangoa, Batafango e Kabo, in direzione del Ciad.
Nella regione di Birao nell’estremo nord-est si registra invece la presenza di gruppi ribelli ciadiani. Ad inizio febbraio 2007 il governo e due gruppi ribelli hanno stretto un armistizio. Occorrerà tuttavia tempo affinché ciò si rifletta positivamente sullo stato della sicurezza nel Paese. Senza considerare che le tensioni imperanti nei vicini Sudan e Ciad possono ripercuotersi in ogni momento sulla Repubblica Centrafricana.
Qualche giorno fa, ed esattamente il 16 ottobre, l’Unione Europea ha autorizzato l’invio di 3.000 peacekeepers in Ciad e Repubblica Centrafricana, presso il confine con la regione sudanese del Darfur. La missione si dovrà occupare di assicurare protezione ai circa 3 milioni di sfollati che vivono nella zona e sostenere il lavoro degli operatori umanitari in loco. Purtroppo la missione non è contemplata la messa in sicurezza dei confini dei tre Paesi.
La missione durerà un anno e verrà a costare 142 milioni di dollari. I paesi che procederanno all’invio dei contingenti sono: Svezia, Belgio, Irlanda, Polonia e Spagna, con le ultime due impegnatesi a fornire anche alcuni aerei.